Venture capital ed aiuti di Stato per il finanziamento al rischio

La riforma del 2014 della disciplina degli aiuti di Stato ha ampliato notevolmente le possibilità di incentivare gli investimenti nel capitale di rischio delle giovani PMI mediante strumenti di condivisione del rischio tra pubblico e privato (“risk sharing”), Continua a leggere “Venture capital ed aiuti di Stato per il finanziamento al rischio”

Fraunhofer italiane

Le Fraunhofer tedesche sono considerate uno degli strumenti di politica economica più efficaci in Europa, per favorire in particolare la continua innovazione tecnologica delle imprese. Continua a leggere “Fraunhofer italiane”

Roma e le calende (greche?)

L’iniziativa del ministro Calenda di promuovere un incontro istituzionale sullo sviluppo economico della capitale di Italia appare lodevole anzitutto perché si muove da dati oggettivi, come inusuale nel nostro bel paese. L’iniziale accoglienza di tale iniziativa da parte del sindaco Raggi è stata quanto meno freddina e speriamo che i tatticismi vengano presto accantonati a favore della sana esigenza di mettere “le cose” al centro della discussione politica e civile, a cui tanto si deve il successo del movimento 5 stelle.

Che Roma sia una capitale incapace di fare da traino alla crescita economica del paese Continua a leggere “Roma e le calende (greche?)”

Appalti pubblici per l’innovazione

Il Codice dei contratti pubblici prevede alcuni istituti nuovi o potenziati, che riflettono la nuova attenzione posta dall’Europa nello stimolare l’innovazione attraverso la domanda pubblica di lavori, beni e servizi. D’altra parte è grazie alle commesse militari, della NASA e del mondo della ricerca che negli U.S.A sono nate la Silicon Valley, internet, l’I-Phone, etc.. e’ dimostrato che le imprese e il venture capital investono nelle grandi innovazioni solo dopo, quando il campo è già arato dagli investimenti pubblici .

L’obiettivo comune di queste nuove modalità di acquisto da parte della P.A. è quella di stimolare il mercato a proporre soluzioni nuove e più efficaci, per soddisfare al meglio delle esigenze della collettività …

Il Rinascimento e la commenda

Il Rinascimento è ricordato soprattutto per gli spettacolari progressi culturali sorti in Italia con la riscoperta della cultura greca e romana. Come ci ha insegnato l’ottimo storico Carlo Marx, Continua a leggere “Il Rinascimento e la commenda”

Su nuovi “attrezzi” per una politica industriale per il settore audiovisivo

Gli aiuti di Stato alle opere audiovisive hanno finalità culturali e non di sviluppo economico, ciò li rende difficilmente compatibili con gli obiettivi di una politica settoriale e territorialmente definita…

Politica industriale per il settore del Cinema

Premessa (“Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)

Questo scritto è rivolto a chi ritiene che le politiche pubbliche siano importanti per il futuro dei nostri figli e che una pubblica amministrazione ben funzionante sia l’infrastruttura fondamentale per la competitività e lo sviluppo di una comunità. Continua a leggere “Premessa (“Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)”

1. Errare è umano ma perseverare è diabolico (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)

L’Italia dovrebbe essere contribuente netto del bilancio dell’Unione Europea per 3,7 miliardi l’anno: ogni anno versa circa 15,7 miliardi e dovrebbe incassare 12 miliardi di cd. “Fondi Strutturali”. Nel periodo 2007-2013 però abbiamo incassato solo 10,2 miliardi l’anno, Continua a leggere “1. Errare è umano ma perseverare è diabolico (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)”

2. Tempi tiranni (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)

La nostra politica e la nostra pubblica amministrazione non sono abituate a gestire degli stanziamenti di risorse pubbliche che dopo una certa scadenza non ci sono più. Solo i Fondi Strutturali hanno una scadenza Continua a leggere “2. Tempi tiranni (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)”

3. Tempi irritanti (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)

Per effetto delle scadenze intermedie e finali “degli assegni del bilancio europeo firmati con l’inchiostro simpatico”, la prudenza imporrebbe di non spendere i fondi europei per “cose” le cui fatture quietanzate rischino di arrivare 3 o 5 anni dopo la decisione di comprarle.   Continua a leggere “3. Tempi irritanti (da “Perché non sappiamo prendere i fondi europei”)”