Le Fraunhofer tedesche sono considerate uno degli strumenti di politica economica più efficaci in Europa, per favorire in particolare la continua innovazione tecnologica delle imprese.
La Frunhofer Gesellschaft è parte del sistema pubblico della ricerca e dell’istruzione terziaria della Germania, ed è una società che con 24mila addetti in 66 istituti gestisce progetti finanziati al 70% da contratti di ricerca con le imprese e al 30% dal governo federale e da quelli dei länder (regioni). La parte del sistema pubblico dedicata all’istruzione terziaria (Università) ed alla ricerca “curiosity driven” (Max Plank) è finanziata sostanzialmente dal solo governo federale.
E’ competenza costituzionale dei governi regionali occuparsi della ricerca e dell’istruzione terziaria di più prossimo effetto sullo sviluppo economico. Per la Regione Lazio ho quindi tentato di incentivare la creazione e lo sviluppo di soggetti dedicati principalmente al trasferimento tecnologico ed alla ricerca contrattuale di interesse delle imprese, sostanzialmente simili alle Fraunhofer.
Le attività a favore delle imprese, anche svolte da soggetti pubblici, sono tuttavia considerate attività economiche e quindi finanziabili con risorse pubbliche solo nel rispetto della normativa sugli aiuti di Stato. Il parziale finanziamento pubblico della Frunhofer Gesellschaft è compatibile con tale normativa per effetto di una separazione contabile ed organizzativa tra attività economiche e non economiche messa a punto nel corso di decine di anni.
In Italia ci sottraiamo a queste regole europee, ci trastulliamo, pur con qualche incidente, con la nostra comoda e formale differenza tra pubblico e privato, ma è una battaglia di retroguardia che ostacola sempre più la creazione e lo sviluppo di soggetti pubblici dedicati alla continua innovazione tecnologica delle imprese, o almeno di riconoscerli in modo semplice ed efficace come per le Frounhofer, sulla base di quanto vengono graditi e perciò pagati dalle imprese stesse.
Con l’Avviso Pubblico per la costituzione di un Centro di Eccellenza per il Distretto delle Tecnologie Culturali (6 milioni di Euro) ho tentato di creare una Fraunhofer come spin out dei Dipartimenti Universitari e degli Enti di Ricerca Pubblici, presenti nel Lazio, chiedendo loro di “separare contabilmente” (e solo in un secondo tempo giuridicamente), persone, dotazioni tecnologiche ed attività più vocate al trasferimento tecnologico ed alla ricerca contrattuale di interesse delle imprese. L’ambizione è creare il primo Politecnico di Roma, sfruttando l’indubbio vantaggio competitivo del suo immenso patrimonio culturale, adatto anche a richiamare prestigiosi e ricchi partner internazionali.
Con l’Avviso Pubblico per la creazione e lo sviluppo di infrastrutture aperte per la ricerca (11,5 milioni di Euro) si è, invece, cercato di sfruttare l’opportunità offerta dalla disciplina sugli aiuti di Stato di incentivare imprese anche di grande dimensione ad attrezzare laboratori dediti alla open innovation, il cui utilizzo non è riservato solo all’impresa che investe (“open”) ma è un business in se, come sempre più diffuso nelle imprese leader di una certa piattaforma tecnologica ed interessate a popolarne la cd. community. Piuttosto che ricercare difficili equilibri giuridici si è piuttosto cercato di trovare un nuovo equilibrio tra finanziamento di attività economiche o meno.